Lorenzo Ammannato

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Lorenzo Ammannato

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L' Album "Born in Italy" è in vendita e streaming nei migliori Digital Store

Che dire dell’album “Born in Italy”?

Per prima cosa va sottolineato che è stato scritto mettendoci cuore e passione e che nel cuore tumultuoso e pulsante della mia vita mi ci hanno trascinato i figli. Per anni, o meglio, nei primissimi anni di questi tre angeli caduti dal cielo ho totalmente abbandonato la musica, ho azzerato i miei hobby, ho apparentemente rinunciato alla mia libertà; si potrebbe dire che ho rinnegato me stesso e l’ho fatto volentieri, senza neanche accorgermene, perché totalmente assorbito da qualcosa di molto più importante a cui dedicare ogni mia risorsa ed energia: loro.

 

Poi quando, a fatica, sono riemerso dal mare dell’oblio di questa straordinaria perdizione e son tornato a ritagliarmi anche solo mezzora al giorno, la sera, dopo averli messi a letto, ho scoperto il miracolo che i bimbi da sempre operano dentro ogni adulto disposto a dedicare loro tempo e passione: non c’è niente di meglio di perdersi per ritrovarsi.

 

Sì perché non solo prendersi una vacanza da sé stessi, dal proprio ego, dai propri desideri ed ambizioni egoistiche fa sempre bene (come insegna il volontariato), ma farlo per i figli, farlo negli anni in cui attraverso i loro occhi e le loro esperienze di vita quotidiana torni bambino, rivivendo con loro e in loro la prima infanzia, riscaldata da costellazioni di emozioni, ti induce a rapportarti con il freddo universo degli adulti avendo una sola totalizzante esigenza: l’autenticità.

 

In contrasto con un mondo moderno dominato dal digitale (e l’universo della musica ne è uno specchio emblematico), alienato dalla intermediazione delle macchine e degli strumenti virtuali, in questo album ho voluto recuperare sudore, fisicità, contatto umano, insomma, cuore, passione, emozioni, gli elementi che distinguono l’Italia nel mondo; ho così scoperto, nei pochi ritagli di tempo che avevo a disposizione, di poter suonare, interpretare, godermi e “vivere” i miei pezzi meglio di quanto non avessi mai fatto prima… pur avendo, prima, molto più tempo ed occasioni per farlo.

 

 

Nel video del brano “Dimmi Sara”, in cui mia figlia Sara è sia la regista, sia la persona a cui è dedicato il brano, credo si percepisca esattamente questo percorso, fatto nella vita e, di riflesso, anche nella musica: pur avendo a disposizione migliaia di elementi e loop digitali di chitarra, batterie, archi, tastiere e bassi già perfetti e pre-registrati, una volta terminato l’arrangiamento di tutti i 17 brani dell’album a computer (produzione in tutto e per tutto assimilabile ad una fredda programmazione di schemi e algoritmi), non ero affatto soddisfatto. Avevo ottenuto una costruzione imponente ma artificiale, come composta -per intenderci- da tanti piccoli mattoncini Lego assemblati, un arrangiamento in cui il tutto non aveva una sua identità, ma era piuttosto la somma delle parti: era come se, ascoltandolo, si percepisse il profilo delimitante dei singoli elementi costitutivi.

Io invece cercavo il legno naturale, volevo il mattone vero, avevo sete di quella autenticità con cui i miei figli stavano in quel momento dissetando di emozioni la mia vita di adulto.

Ripresi quindi in mano la chitarra, la compagna di una vita, le tastiere della mia adolescenza, mi improvvisai “batterista” e “violinista” grazie all’aiuto di un’interfaccia touch screen (il “making of” lo trovate in un video a parte) e decisi di ricominciare da capo, impiegando altri due anni per rieseguire personalmente e dal vivo tutti gli arrangiamenti e loop dei campioni audio precedentemente assemblati a computer.

 

Il risultato, che nel video penso emerga tangibile, è stato una ritrovata autenticità, una diversa e superiore energia e, diciamolo, anche un mio concreto divertimento riscoperto nel respirare nuovamente lo sforzo fisico, il calore ed il sudore dei tempi in cui suonavo live con la mia band. In questo video, in particolare, sempre nel nome dell’autenticità, ricanto e risuono dal vivo i singoli strumenti: c’è quindi voce che sgorga libera, c’è cuore che batte, ci sono vene del collo che si gonfiano, muscoli e braccia che si abbattono sullo schermo-batteria scolpendo la ritmica del brano, ci sono corde che vibrano, c’è un’intera vita di lavoro e disciplina per tentare di diventare “One Man Band”…un cuore ed una vita che dopo tanto tempo ritrovano sé stessi, suonando le canzoni scritte negli anni verdi, in gioventù, nel cuore della vita e con l’Italia nel cuore.

 

Dedicato alla mia famiglia.

 

L.

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FRAMMENTI DI CIELO

È un’antologia che raccoglie poesie nate e dedicate ai nostri paesaggi, perché frammenti di cielo sono appunto le poesie, in quanto frammenti ispirati ed ispiranti che proiettano il nostro essere nel più vasto cielo della vita oltre la vita, ma lo sono anche le foto presenti all’interno del libro (in copertina trovate il Resegone), in un parallelismo tra grafica e poesia, panorami e versi; sono componimenti ed appunti scritti nel corso di un’intera vita. Protagonisti espliciti od ispiratori “discreti” sono stati il Sentiero delle Vasche di Valmadrera, il Santuario di San Martino e la piana di San Tomaso, tanto frequentata durante l’adolescenza, così come il Resegone, il Barro, il Sasso di Preguda e i numerosi scorci del lungolago, tra Malgrate e Lecco, ammirati di stagione in stagione, sotto il caldo sole estivo o con la bruma autunnale.

Pubblicata On-Line su Amazon il 18 Luglio 2021 (305 pagine, formato 15×23)

Il diario di una vita in poesia.

Sabato 21 novembre 2020, svegliatomi di buon’ora per praticare la consueta sessione di Yoga, aprendo le portefinestre della sala, rimasi incantato e irretito da una fantastica alba autunnale; in quella occasione scrissi la mia ultima poesia, la più recente, la lirica che troverete alla fine di questa antologia.

La iniziai con l’obbiettivo di stendere appena un paio di righe, un commento ispirato ma sintetico al post che stavo per pubblicare nei social; rimasi invece spiazzato dalla composizione che ne scaturì dirompente, senza una mia precisa volontà, sorpreso da una purezza ed una sensibilità inattesa che alla veneranda età di quarantaquattro anni era tornata a colmare un cuore inascoltato da decenni e illuminare una mente rassegnata a schematismi e consuetudini che avevano oramai relegato l’arte dello scrivere in versi a un antico e rimpianto ricordo di gioventù.

Siamo luminose creature celesti che percorrono una temporanea parentesi terrena chiamata vita e la poesia è un ponte di parole, immagini ed emozioni che si estende tra queste due dimensioni parallele, un filo impercettibile che riunisce il cielo e la terra, ricuce la viscerale fisicità di pelle e sensi con l’eterea intangibilità di cuore ed anima.

La poesia parte dalle emozioni, gioie e dolori che l’esistenza terrena ci regala o infligge, per ricordarci e riportarci al cielo a cui apparteniamo; guida, riconduce il nostro sguardo disorientato, che facilmente si perde nella affannosa quotidianità di bisogni concreti o egoismi meschini, verso l’orizzonte infinito di luce, la straordinaria musica delle nostre vite, della natura, del creato che, per chi sa fermarsi e ascoltare, continuamente ci richiama a sé, al nostro rinnegato passato, che è anche il destino di tutti: il cielo oltre il cielo.

La poesia è un’àncora di parole, immagini, emozioni che pesca dal profondo, che illumina gli abissi e fa riemergere tra i flutti dell’anima i frammenti di quel mondo sommerso da cui tutti proveniamo ed a cui faremo ritorno al termine di questa difficile navigazione, la vita oltre la vita.